TAMELINO E LA CAPRA - ILLUSTRAZIONI DI MURIEL MESINI - FIABA DI ELENA GIULIA BELOTTI
...CHE FELICITA' ! La mia fiaba "Tamelino e la capra" si è aggiudicata il secondo premio nel concorso nazionale per autori ed illustratori "Un Prato di Fiabe" XIX ed. 2019 organizzato dall'Associazione Marginalia di Prato.
TAMELINO E LA CAPRA
fiaba di Elena Giulia Belotti
In un paese lontano, sul risalir della valle al margine del bosco, se ne stava seduto Tamelino, un giovane ragazzo, a governare pecore, che tutt'intorno andavano cercando sparuti ciuffetti d'erba tra le pietre. Erano tempi difficili per il regno: una prolungata siccità aveva pesantemente compromesso il raccolto tanto che nei villaggi già si temevano fame e carestia.
Gli alberi arsi sembrava volessero graffiare il cielo con gli scarni rami, quasi a reclamare un po' di pioggia, e nelle piazze le bronzee cannelle leonine delle fontane rimanevano mute ed asciutte. Nel frattempo a corte il re andava ripetendo, mentre percorreva avanti e indietro l'affollata sala di palazzo: “Povero me! Povero me! Anche oggi nemmeno una goccia, nemmeno una goccia, nemmeno una nuvola!”, e aggiunse: “Offrirò un ricco compenso a chi saprà aiutarmi. Araldi al galoppo! Informate le genti!”. Qualcuno tra i presenti in sala, di nascosto, già si fregava le mani, pregustando la lauta ricompensa, convinto di essere il più furbo ed astuto nel trovare una soluzione e divenire ricco. Ma non era affare semplice: è risaputo, da quando mondo è mondo, che a cielo e cuore non si comanda.
Intanto in paese, i ragazzetti più audaci rischiavano memorabili punizioni nell'impresa di discendere i pozzi ormai asciutti, e andavano poi raccontando in giro di avere sconfitto là sotto topi enormi, esageratamente grandi, grossi quasi come cavalli, o buoi, e anche di più, tanto che i bambini più piccoli, nell’ascoltare le loro gesta, rimanevano a bocca aperta per lo stupore e lo spavento, mentre i grandicelli se la ridevano.
Tamelino, quasi immobile, pensava all'araldo ed al messaggio del sovrano: “Io sono solo un povero ragazzo, che cosa mai potrei fare per aiutare il re?”. E mentre cercava di escogitare una soluzione, giunse dalla boscaglia un singolare belato. Incuriosito Tamelino si alzò in fretta e si addentrò tra rovi e sterpaglie, seguendo l'inconsueto verso, a tratti flebile, a tratti deciso ed insistente. Si ritrovò così dinnanzi ad una capra, sdraiata su di un fianco, con le zampe per bene legate da robuste funi, che, cariche di nodi e grovigli, le cingevano tutto il corpo, passandole di sotto e di sopra, imbrigliandole persino le corna. Le corde erano saldamente ancorate infine al tronco di un grosso albero. La poveretta così intrappolata , non poteva muoversi , e belava, belava, nella speranza che qualcuno la potesse udire. “Ti prego liberami, poiché il Torvo sarà di ritorno ed ha promesso che con il suo coltellaccio mi farà fare una fine crudele ed atroce” mormorò la poveretta. Tamelino già scosso per la vista dell'animale in tal maniera legato, ma ancora più sbalordito per aver sentito pronunciare parole umane ad una capra, rimase per un attimo confuso. Comprese però tutta l’angoscia dell’animale e senza indugiare più, iniziò col liberarla. La capra, tremante, con occhi profondi ed umidi, sollevava a tratti il muso dal fogliame, per quel poco che le corde le permettevano, e osservava il ragazzo intento a districare e sciogliere nodi. La poverina, sfiancata e tremante, esprimeva talvolta il proprio timore con sommessi e lievi belati; il giovane, caparbio non si perdeva d'animo, ed incalzava svelto nello sbrogliare. Finalmente anche l'ultimo groppo fu sciolto e la capra balzò in piedi con vigore e ritrovata energia, splendente in tutta la sua bellezza animale. Sul manto bruno le correva dalla nuca, lungo tutto il dorso, una striscia di pelo candido, che, come una raffinata pennellata, si smorzava armoniosa all'attaccatura della minuta coda. Le corna svettavano superbe contro il cielo, che fattosi cobalto già mostrava le prime stelle; l'elegante postura del corpo proteso ed il movimento nervoso degli zoccoli esprimevano tutta la voglia e la fretta di andarsene da lì. “Seguimi Tamelino, io ti guiderò!” disse lei. Lui, esausto, ma carico di meraviglia, senza porsi troppe domande la seguì. Attraversarono impervie valli, pascoli ormai ingialliti e risalirono infine il letto di un torrente in secca. La capra balzava da un sasso all'altro con naturalezza ed agilità, mentre Tamelino faticava non poco a starle dietro; lei si volgeva e aspettava che l'amico la raggiungesse. Si fermarono entrambi sopra ad un grande masso: “Tamelino, ora io me ne andrò. Tu resta qui ed aspetta”. Spiccò un salto e sparì tra le rocce. Il tempo passava, era buio. Lui iniziò a mugugnare: “ Aspetto, aspetto, sì... ma cosa aspetto ?”. Poi d'un tratto, sentì una strana voce, quasi un bisbiglio : “ Tamelino, Tamelino, mi puoi sentire?” Tamelino scrutò nell'oscurità tutt'intorno, in cerca della provenienza della voce ma non vide nessuno. E ancora: “Tamelino, Tamelino, mi puoi sentire?” ripeté quello strano e roco sussurro. “Chi sei? Dove sei? Parla!” disse allora lui. E il sussurro rispose: “Sono proprio qui, qui sotto di te...tu mi siedi sopra”. Tamelino si rese conto allora che la voce apparteneva al grosso masso sul quale se ne stava seduto. E il masso continuò: “Non avere paura, sono un Guardiano dell'Acqua e discendo da un'antica stirpe di custodi dei fiumi. Sono a conoscenza sai Tamelino delle difficoltà del regno e delle preoccupazioni del tuo re; sappi però ragazzo che se tu me lo chiederai io potrò far sgorgare acqua pura in abbondanza, e se lo riterrai necessario lo stesso faranno i miei amici Guardiani. Siamo in molti disseminati tra queste vallate. La capra che hai appena liberato è una nostra vecchia amica e ci è davvero molto cara. Eravamo molto allarmati per lei. Ti saremo per sempre riconoscenti e grati dell'aiuto prestatole Tamelino. Ora va' e corri a corte”. Tamelino ringraziò il Guardiano e con lui si accordò per il giorno nel quale l'acqua sarebbe sgorgata copiosa in tutto quanto il regno. Poi corse a perdifiato giù per la valle.
Nel frattempo il crudele Torvo, tornato nel luogo dove aveva lasciato la capra, trovandovi solamente funi sciolte, fu preso dall'ira e brandendo la pesante spada iniziò a sferrare colpi a destra e a manca, così, a casaccio, imprecando ad alta voce. Per la foga e per la rabbia inciampò proprio in uno dei legacci da lui usati per intrappolarla. Ruzzolò tra i cespugli, batté il capo e rimase a terra tramortito. Attirate in zona dal suo sbraitare, due guardie reali a caccia di fagiani, lo videro. “Ohibò, guarda un po' che grossa e pericolosa spada porta questo” disse il primo. “Hai ragione, mi sembra pure puzzi di polvere da sparo per archibugi. Senti un po'... ”aggiunse il secondo annusando l'aria “Non ti pare?” “Portiamolo nella segreta!” - “Sì, buona idea!”. Si resero insomma subito conto di essere incappate in un individuo losco e sospetto. Lo condussero nelle prigioni di palazzo e là lo rinchiusero.
Era ormai mattino pieno e Tamelino si presentò a corte. “Sire, comprendo quanto sia difficile per voi credermi, ma non fatevi trarre in inganno dalle mie scarpe consumate o dalla mia casacca malconcia. Io credo di essere in grado, sire, di poter far scorrere acqua in quantità sufficiente per ridare fertilità ai campi e serenità a tutti gli abitanti. Fidatevi di me, o almeno, datemi anche solo la possibilità di dimostrarvi quello che ho appena detto”. Taluni della corte, vista la tenuta di Tamelino, avevano già iniziato a parlottare. Sbottò allora il re, in loro direzione: “Per le barbe dei miei trisavoli: silenzio!”. Zittiti quelli, il re pure, rimase in silenzio. Rifletteva, con il pugno a sostenere il mento, e scrutò Tamelino da capo a piedi e da piedi a capo, da capo a piedi e da piedi a capo, per ben due tre o forse anche quattro volte, soffermandosi proprio sulle scarpe consunte, il cappello scamosciato, le brache di fustagno e la pesante casacca di lana d'agnello. Infine, dato un piccolo colpetto di tosse, esclamò: “Ragazzo, io in te intendo riporre la mia fiducia. Dammi prova concreta di quello che hai appena detto e riceverai la ricompensa. Ma sappi, che se solo ti stai giocando di me, te ne farò amaramente pentire, parola di sire ”. Un brusio subito percorse la sala, e il re, di nuovo li zittì. “Grazie Sire, non vi deluderò”. “Tra due giorni statene certo, avremo acqua in abbondanza” ribadì convinto Tamelino. Anche se non avvezzo a palazzi, a nobili, a corti e tanto meno a re, in tutto quel tempo, che in verità gli era parso un'eternità, Tamelino mai aveva abbassato lo sguardo e si sentì più forte e sicuro che mai. E nel giorno stabilito, il Guardiano non mancò di parola: fiumi e torrenti si gonfiarono d' acqua.
Il re, con la barba pure lui, alla moda dei trisavoli, ne fu strabiliato e felicissimo. Nelle piazze si festeggiò ed in occasione della festa il sovrano, ormai vecchio e un po’ stanco, decise di passare lo scettro al ragazzo: cedette con quel gesto trono e corona a Tamelino, il giovane pastore di pecore, riconoscendo in lui l'animo nobile, onesto e gagliardo , che avrebbe assicurato al suo popolo prosperità e pace per tanti e tanti lunghi anni ancora.
Con mia grande gioia la poesia "ritmo station città" si è classificata seconda nella XXV edizione del prestigioso Premio Nazionale di Poesia " Elisabetta Fiorilli" organizzato dal Circolo Culturale di Montepescali, con la seguente motivazione :
"Interessante sintesi tra le arti : la poesia che trascende i termini il ritmo che sintetizza l'ambiente la pittura che dà flash puntinati crea un insieme di cui la parola finale "smog" è emblema ".
La Giuria presieduta dalla Sig.ra Giovanna Tagliaferri, e composta da Sig.ra Giovanna Leoni, Sig. Giulio Gasperini, Sig. Adriano Poletto, Sig. Gianluca Franci ha esaminato 1231 liriche di 423 autori.
Testimonial della serata e conduttore l'attore David Riondino.
Montepescali, 25 maggio 2019
Ringrazio per l'accoglienza, la disponibilità e la sensibilità dimostrata, sia la qualificata Giuria, sia coloro che direttamente o indirettamente abbiano collaborato alla felice riuscita della manifestazione.
grazie, elena :-)
XXV Premio Nazionale di Poesia "Elisabetta Fiorilli" Organizzato dal Circolo Culturale Montepescali con il contributo della Fondazione Elisabetta e Clemente Fiorilli REGOLAMENTO: 1. Si può ...
http://www.montepescali.it/index.php/premio-di-poesia?layout=blog
Montepescali -borgo medievale della maremma grossetana
14 aprile 2019
...una mia poesia "ritmo station città" in onda da Radio Atlanta Milano, all'interno della trasmissione "Safe and Sound" una domenica al mese dalle 19.00 alle 21.00 , in collaborazione con l'Associazione YOWRAS Young Writers & Storytellers di Pinerolo che da sempre promuove cultura e che colgo l'occasione per ringraziare.
Safe and Sound - Il Mondo che vorrei
Com'è fatto il mondo che vorremmo? Chi lo abita? Che frequenze ha? Quali intensità? E' simile a quello che abbiamo già o gli è distante anni luce? Nel mondo che vorremmo sicuramente c'è la mus...
https://www.radioatlanta.it/safe-and-sound-il-mondo-che-vorrei/
Chi siamo | Associazione culturale YOWRAS Young Writers & Storytellers
Associazione culturale YOWRAS Young Writers & Storytellers
...scontato ed ovvio che la poesia non sia competizione. Io ogni tanto partecipo ai Premi semplicemente per farmi leggere e conoscere. Se poi quello che scrivo viene apprezzato, certo che sì, mi fa piacere. Ringrazio i giurati del Premio ed il segretario che così mi scrive:
[...] Il suo nome risulta tra i FINALISTI . E' giusto che si sappia che queste graduatorie si compilano onestamente ma molto spesso il divario tra vincitori e finalisti è solo di un punto ( a volte anche mezzo). Ai poeti FINALISTI viene assegnata una medaglia e una pergamena. [...]